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Brianza oggionese

Un itinerario acheologico e di Fede

Segni di archeologia

Tracciare un itinerario archeologico attraverso i paesi della Brianza oggionese non è facile, soprattutto perché i rinvenimenti sono stati quasi sempre casuali, e i resti sono andati perduti oppure sono conservati nei musei. È però interessante osservare l'ambientazione dei luoghi delle varie segnalazioni e vedere per esempio i massi avelli(*), la testimonianza più evidente di coloro che hanno percorso queste colline dall'epoca neolitica all'alto medioevo.

Annone Brianza. Ha sempre richiamato l'attenzione lo stretto incunearsi del lago fra il territorio di cannone e la punta della penisola di Isella. Immersioni subacquee anni individuati resti di un ponte forse di epoca romana.
Molte meno. Nel 1912 in via della vittoria è stata ritrovata una necropoli d'epoca romana, delle quali della quale vennero scavate 11 tombe e il cui materiale si trova nei Musei Civici di Lecco.

Sirone. È stato avviato al Cimitero Monumentale di Milano l'avello scoperto a fine ottocento e in località Chiarello. Perduto l'avello di via Fimuli si può vedere il coperchio di un sarcofago in granito serizzo utilizzato come vasca per fontana, sulla strada che da Sirone porta alla frazione Rèttola di Molteno.

Garbagnate in Monastero. Nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso, nel 1891, vennero recuperate due capselle, in stucco e in argento, decorate con croci. Queste cassettine venivano poste alla base degli altari e contenevano le reliquie dei martiri titolari della chiesa e sono di età tardo antica - alto medievale. Attualmente sono di proprietà privata.
Da Garbagnate si può andare a Costa Masnada. Qui un masso avello trovato nel 1995, è collocato all'esterno della chiesa di Brenno.

Barzago. A Verdegò, nel 1997 è stato rinvenuto un masso avello che ora è visibile all'esterno dell'oratorio. In paese , nel giardino di casa Spinelli, lungo via Dante, si osserva un sarcofago di serizzo trasformato in vasca . A Bevera, nel giardino parrocchiale situato dietro al Santuario, si ammirano due avelli scavati in un unico masso erratico, ciò costituisce una rarità. Da Barzago si può scendere verso Bulciaghetto, frazione di Bulciago, in cui il Santuario dei Morti dell'avello deve tale denominazione ad un avello scavato nel granito di un trovante.

Dolzago. Il passato archeologico di Dolzago va ricercato nelle frazioni che lo sovrastano. A Cavonio furono ritrovati un sarcofago e un avello ora scomparsi; è possibile vedere all'ingresso della frazione un altro avello usato come fontana.

Colle Brianza. Nei pressi del Campanone della Brianza, in giardino privato, troviamo un perfetto esemplare di coperchio di sarcofago. Sia in località Campsirago sia in località Ravellino due avelli vengono tuttora utilizzati, il secondo come fontana.

Ello. Gli scavi del 1988 in località Boggia hanno riportato alla luce una tomba con corredo, del I secolo a.C., ed un menhir d'epoca neolitica; inoltre è stata individuata la delimitazione circolare dell'area di un villaggio.
Tutto il materiale litico e ceramico ritrovato è depositato presso la Soprintendenza. È conosciuto come l'”elmo di Ello” il copricapo militare che insieme ad altre armi venne ritrovato nel 1927 in una cava di pietra posta sulla strada che da Oggiono sale a Ello; è l'elmo più antico d'Italia (XIII secolo a.C.) e si trova al museo archeologico di Como.
Da Ello lo proseguendo per Galbiate, si può salire al monte Barro e visitare i resti dell'insediamento civile e militare goto dei Piani di Barra risalente al V-VI secolo d.C.

Oggiono. Ancora una volta sono alcuni massi avelli o dei semplici coperchi a meritare una ricognizione. Un masso avello è situato presso la fontana di San Carlo, sulla strada verso Galbiate; bello e sagomato è un coperchio che si trova nei giardini di Villa Sironi. I resti di un battistero paleocristiano a pianta quadrangolare (V secolo d.C ) si vedono entro il battistero romanico.
(*) Un Masso avello è una tomba ad inumazione scavata in un masso erratico di granito, sarizzo, gneiss o serpentino. Questi reperti sono tipici del territorio comasco, in nessun altro luogo esistono testimonianze paragonabili. Attualmente sono 32 i massi avelli classificati, mentre rimane il dubbio per altri 7. (Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.)

Sulle vie della fede

Estremamente variegati sono i paralleli sentieri della fede e dell'arte, dentro i piccoli borghi oppure nascosti in romitori solinghi sulle colline. Si passa da edifici del caldo romanico alle forme del tardo gotico e del primo Rinascimento, che ha punti focali per l'arte lombarda ad Annone ed Oggiono; poi le costruzioni del sobrio barocco, dove la maggior fantasia si esplica nei porticati e negli altari preziosi del Settecento; infine il respiro delle chiese neoclassiche. Fra i luoghi più noti in Brianza spiccano la Madonna di Bevera e il San Genesio arroccato tra le selve.

Annone Brianza. Alla severa assunta neoclassica Giuseppe Bovara, seguace del Cagnola, si contrappone l'antica San Giorgio, sopra un'altura fuori paese: oltre al campanile romanico, si vede nella sede un ciclo affrescato dal famoso maestro della Pala Sforzesca, dei primi del cinquecento, che accoglie le innovazioni leonardesche.

Molteno. Pittoresca la mole di San Giorgio che sovrasta l'abitato, settecentesca e ingrandita a fine ottocento; nel 1765 l'altare dei Giudici di Viggiù, del conte Ambrogio Nava il campanile neoclassico.

Garbagnate Monastero. San Nazaro e Celso è una bella chiesetta romanica a una sola navata del secolo XII; San Martino, un po' più tarda, era forse sede di Umiliati, religiosi dediti alla tessitura.

Sirone. San Benedetto si distingue per l'alto campanile medievale, mentre San Carlo ha un grandioso altare marmoreo del 1755 dei fratelli Pirovano.

Bar zago. La chiesina settecentesca di Verdegò sorge sopra al Lazzaretto e ha un Transito di San Giuseppe del Petrini o del Magatti. A Bevera il santuario della Madonna è il centro mariano della Brianza, posto vicino a un luogo sacro pagano; il gentile rococò è abbellito da affreschi di Vincenzo Orelli ticinese.

Dolzago. Un gustoso barocco impronta Sant'Antonio di Piecastello del 1668, affiancato da un curioso campaniletto a vela

Colle Brianza. Chiesetta degli Umiliati è il San Martino di Bestetto del 1213. A Ravellino la Purificazione ha stucchi seicenteschi e una rara pala nel gusto del Poussin. Arioso spazio settecentesco vive nel San Michele di Nava con campanile in parte romanico. Da qui si sale fra prati e boschi al santuario della Madonna del Sasso dopo Cagliano e più in alto all'Eremo di San Genesio, già agostiniano e ricostruito nel secolo scorso dai camaldolesi con le tipiche celle a casette.

Ello. Al cimitero la chiesa dei santi Giacomo e Filippo è un esempio importante del tardo gotico, con molti affreschi del Quattrocento. Se si prosegue verso Villa Vergano, si può salire fino alla stupenda conca di Figina, dove San Nicola è il resto del priorato cluniacense fondato nel 1107.

Ad Oggiono il battistero romanico del secolo XI con vasca a immersione è l'unico monumento del genere nell'Alta Brianza. Accanto, la Sant'Eufemia, di origine paleocristiana, è del primo seicento, pur con campanile romanico; all'interno, affreschi nel gusto dei Campi, un crocifisso del Quattrocento e il famoso polittico di Marco d'Oggiono, che ha lasciato anche un affresco della Madonna; dell'Appiani è lo Sposalizio della Vergine.

Settecentesche le chiese di San Lorenzo e del Lazzaretto, ambedue col tipico portico; la prima è forse dei Galliori trattata nei modi del Juvarrae decorata da stucchi da affreschi di Antonio Cucchi del 1752.

Andar per ville e castelli

La moda di costruire ville signorili in Brianza ha radici fin dal Cinquecento, ma nei due secoli successivi vive la sua stagione più intensa. Nel Settecento Marco Antonio Dal Re con le sue stampe sulle “ville di delizia“ immortalava i luoghi della Brianza dove la nobiltà milanese amava passare l'estate in luoghi ameni, eleggendoli a volte anche come residenza. Queste ville hanno dovuto sostenere la lotta contro il degrado del tempo e dell'incuria. Tuttavia è possibile individuare sul percorso alcuni esempi, con splendidi giardini e immaginare la vita di sogno che vi scorreva.
Scomparse le rocche di Oggiono, Molteno, Sirone, Ello, le tradizioni longobarde si raccolgono intorno alla mitica collina di Brianza.

Annone Brianza. Il nucleo di Annone nella sua conformazione risente della presenza di alcune ville di notevole interesse. La più importante è Villa Annoni Bondioli con il parco paesaggistico che degrada sino al lago.

Castello di Brianza. Con un restauro rispettoso si presenta a Caraverio la villa Aureggi-Nava, ora Pirovano, edificio neoclassico, dal tipico schema ad U, dove soggiornò il poeta Vincenzo Monti. Nel castello di Brianzola, attribuito a Teodolinda, si vedono affreschi di caccia del secolo XV.

Colle Brianza. Sulla suggestiva collina, cinta da resti di mura forse alto medievali, svetta il Campanone, torre per lo più ricostruita nel 1888 ed assurta a simbolo della Brianza.

Dolzago. Dietro la parrocchiale, la settecentesca villa Montecuccoli-Cicogna è riconoscibile per il bel porticato e il cortile d'onore; nei corpi laterali si è insediata una tessitura.
Al di là del torrente sui resti di un fortilizio, si è sviluppata la villa “Il castellaccio”, dalla caratteristica torre merlata.
In località Cogoredo ed in buone condizioni troviamo villa Brusadelli, con a lato una torre e resti di una corte medievale.

Ello. Posta in splendida posizione all'ingresso del paese, la villa Amman, misurato esempio di neoclassicismo, viene comunemente attribuita al Piermarini ed ha un parco paesaggistico ben tenuto.
Adibita a Casa di accoglienza per suore è la villa Annoni-Montecuccoli, conosciuta come ”Villa delle sette porte “.

Oggiono. Situata sulla collina con alle spalle il lago, là dove stava un castello sorge Villa Sironi, edificio eclettico valorizzato dalla posizione panoramica e sede della biblioteca comunale. All'interno dell'abitato da segnalare la settecentesca villa Donegana, con uno scenografico ingresso affrescato, sotto l'elegante portico.

L'archeologia dell'industria

Risalgono al '400 le prime forme conosciute di un artigianato dei metalli, con le imprese dei Missaglia e dei Negroni, armaioli di Ello, noti in tutta Europa. Nel Seicento iniziano i filatoi della seta, il cui lavoro vede nel corso dell'Ottocento la modificazione degli abitati e del paesaggio con grandi costruzioni.
Ore gli edifici sono quasi tutti trasformati, anche se rimangono segni fra i più importanti della regione, specialmente ad Ello. Caratteristici sono i luoghi delle cave di argilla e di puddinga, rimasti in funzione fino a tempi recenti.

Sirone. Al Cerè, nel fianco della collina dell' Arbusta, si vedono due delle quindici cave di molera che funzionavano fino dal primo Settecento per produrre macine, lavoro proseguito fino al dopoguerra.

Garbagnate Monastero. A Brongio il grande complesso Fumagalli era un filatoio antecedente il 1840 cui fu aggiunta una filanda del 1873; il lavoro si svolgeva su vari piani dello stesso edificio: in basso la tor citura, sopra il salone delle bacinelle, infine lo stracannaggio.

Barzago. Al Rùscolo sono altri segni di cave di puddinga per macine.

Castello di Brianza. Alle trascinate bianche, vicino a una fornace in funzione, si vedono resti delle case e degli impianti antichi.

Colle Brianza. Sul torrente Bevera a fianco del colle del Campanone stanno gli edifici, in parte modificati, dei mulini costruiti tra Sette e Ottocento.

Ello. Sulla strada di Dolzago, allo Zero si trova lo splendido filatoio Dell'Oro sorto a fine Settecento: corte porticato, filatoio su sei piani con ruota posta nel 1896 dai vecchi imprenditori De Vecchi.
Nella parte alta del paese fu ancora dei De Vecchi l'ampio complesso che i Radaelli Spreafico delinearono entro il 1855; la famiglia Dell'Oro, subentrata nel 1932 tiene in funzione le condotte, la torre delle tre grandi ruote, i macchinari in legno risalenti al principio del secolo; vi sono pure il salone della filanda e il dormitorio, in un insieme originario, forse il più interessante della regione.
Nella parte sud-est del paese sopravvive la filanda a tre piani di fine ottocento già dei Du Moulin.

Oggiono. Il Molinatto sulla strada di Galbiate ha un gruppo di edifici produttivi lungo il ripido fiumicello e con la canalizzazione originaria.
A Monte sta il setificio Ratti in abbandono; più sotto i resti del maglio; quindi un mulino con la sua ruota. Se si prosegue, al confine di Galbiate sorgeva torcintura di Roncate, già Ronchetti e ora Andreotti, che lavora sete orientali. Segni di cave del vicino Baravico e sotto quello in località Molera.
Scendendo al lago, Bagnolo ha un filatoio vicino a una torre; sulla riva, la palazzina settecentesca era la darsena del guardialago e fu ammirata da Stendhal. Percorrendo verso ovest l'ansa del lago si incontrano un rustico lavatoio e la ruinata filanda ottocentesca detta Sebastòpoli.
 

TESTI E IMMAGINI CONCESSI DALL'ARCHIVIO PROVINCIA DI LECCO